No, sulla difensiva non direi personalmente: non mi faccio tanti problemi a dire se un anime è una boiata od un capolavoro, ormai. Lui sì perché parlarne male tende veramente ad essere argomentazione da troll.
>Credo che esageri un po’ nell’enfatizzare il fatto che questo film sia diretto ai più giovani,
Sta davvero citando le interviste. Dovrei cercare meglio di quanto quest’ora consenta, ma: Even
if one tries to escape from human relationships and tries to live alone
with his sister, how many boys, or people, can keep sustaining their
sisters as long as Seita did?
Vojo dì, era pure in coppia con Totoro e spesso ci andavano agli spettacoli le scolaresche: semmai la domanda è se come suggerisce il recensore voleva parlare ai ragazzi più grandi o se come ipotizzo io voleva proprio essere educativo per quelli più piccoli.
>Devono soffrire, devono morire di fame, perché è quello
che è successo al Giappone durante la guerra (anche e soprattutto a
livello di immaginario collettivo)
Credo qui l’appunto del fatto che nel libro (e nella realtà) non muoia il ragazzo sia interessante. Secondo me se c’è un tabù sulla seconda guerra mondiale là è sul sistema istituzionalizzato di barbarie dell’esercito.
(che poi oh, Takahata è del ’35. Se voleva parlare di come erano le cose poteva farlo… in fondo in un certo senso Miyazaki lo ha fatto anche se con Kaze Tachinu ha parlato della generazione di suo padre)